Arte

GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA – Perugia

La Galleria Nazionale dell’Umbria è una delle raccolte più ricche d’Italia con opere di interesse internazionale. Le testimonianze artistiche che conserva spaziano dai dipinti su tavola, tela e muro alle sculture in legno e in pietra, alle oreficerie ed ai tessuti, esemplificazioni della produzione artistica sviluppatasi tra XIII e XIX secolo.

Le collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria sono ospitate dal 1878 ai piani superiori di Palazzo dei Priori di Perugia, uno dei maggiori esempi di architettura civile gotica. Il nuovo percorso espositivo, inaugurato nel dicembre 2006, occupa una superficie di 4000 mq, disposto su due livelli.

Il prestigio della raccolta è testimoniato dalla presenza di alcuni capolavori del Medioevo e del Rinascimento con opere di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovani Pisano, Duccio di Boninsegna, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca e Francesco di Giorgio Martini. Ampio spazio è riservato agli artisti umbri Benedetto Bonfigli, Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo e in particolare ai celebri dipinti di Perugino, Pintoricchio e dei loro allievi e seguaci. Alcune sezioni sono destinate ai capolavori dell’oreficeria senese, ai tradizionali tessuti umbri, all’inedita raccolta di disegni (tra i quali un prezioso studio a sanguigna di Federico Barocci), fino alla decorazione scultorea della facciata della chiesa della Maestà delle Volte di Agostino di Duccio.

Il percorso prosegue con un’esaustiva selezione di testimonianze pittoriche e scultoree del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento, realizzate in Umbria da alcuni protagonisti del tempo quali Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Pietro da Cortona, Corrado Giaquinto, Sebastiano Conca, Pierre Subleyras, Jean Baptiste Wicar. L’esposizione si conclude con originali presentazioni tematiche ottocentesche dedicate alla topografia perugina e alla preziosa collezione Carattoli.

https://gallerianazionaledellumbria.it/

MUSEO SANTA CROCE – Umbertide

Il museo è allestito all’interno della Chiesa di Santa Croce, antico oratorio dell’omonima confraternita.
Il museo di Umbertide fa parte del biglietto unico del circuito Terre & Musei dell’Umbria.

 

Nella trecentesca chiesa di Santa Croce ha sede il Museo cittadino. La pala della Deposizione sull’altare maggiore, dipinta da Luca Signorelli nel 1516, è l’unica fra i tanti lavori su tavola del maestro cortonese a trovarsi ancora nel suo sito originale. La stessa caratteristica, alquanto insolita per un museo, si verifica anche per i dipinti posti sugli altari laterali.Di grande importanza nel Museo anche altre opere provenienti dalla vicina chiesa di San Francesco, tra cui una tela di Niccolò Circignani detto il Pomarancio, raffigurante la Madonna con il Bambino in gloria.
Il museo di Santa Croce presenta anche un’importante sezione archeologica: materiali ceramici dall’età protostorica al periodo ellenistico e romano.

 

https://www.umbriaterremusei.it/it/musei_5/post/museo-di-santa-croce-umbertide_28/

MUSEO MICHELANGIOLESCO – Caprese Michelangelo

Il Museo michelangiolesco ha sede presso la rocca di Caprese Michelangelo; è costituito da tre edifici principali, il Palazzo del Podestà, Palazzo Clusini e la Corte Alta, e da un giardino con esposizione all’aperto.

Il nucleo originario del museo, fondato nel 1875, ruota intorno al Palazzo del Podestà, edificio della prima metà del Quattrocento, che fu residenza dei podestà fiorentini che qui si avvicendarono con carica annuale. La comunità di Caprese, assieme a quella di Chiusi della Verna, si sottomise infatti alla Repubblica fiorentina a partire dal 1384. Tra questi podestà vi fu proprio, nel 1474-1475, Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, padre di Michelangelo: un documento autografo di Ludovico, rinvenuto nel 1875 presso l’Archivio della Casa Buonarroti a Firenze, attesta la nascita del figlio Michelangelo Buonarroti a Caprese il 6 marzo 1475 e ne testimonia il battesimo presso la Chiesa di San Giovanni Battista. Il Palazzo del Podestà è quindi considerata la casa natale del sommo artista.

Il museo col tempo si è ingrandito ed attualmente presenta cinque nuclei tematici principali

  1. La rocca di Caprese e la sua storia
  2. Michelangelo Buonarroti

III. Giovanni Santini

  1. La piccola scultura italiana del XIX secolo
  2. La scultura del XX secolo

 

http://www.casanatalemichelangelo.it/

MUSEI CIVICI DELLA MADONNA DEL PARTO – Monterchi

Il Museo della Madonna del Parto a Monterchi conserva lo splendido affresco di Piero della Francesca, uno dei più celebri dell’artista aretino e una delle espressioni più alte del Rinascimento.
L’opera, che originariamente si trovava nella cappella di Santa Maria di Momentana a Monterchi, è avvolta dal mistero, sia per la scelta del sito in cui è stata affrescata, luogo anticamente eletto alla devozione di figure divine protettrici della fertitilità, sia per la committenza ancora oggi sconosciuta: capolavoro, unico nel suo genere, che potrebbe essere iniziativa del maestro stesso.
La Vergine è rappresentata incinta, al centro di una tenda aperta da due angeli. Indossa una semplice veste azzurra con delle aperture che lasciano intravedere la sottoveste bianca, simbolo della sua purezza. Con un mano si accarezza il ventre, un gesto di protezione allo stesso tempo di fiera ostentazione del miracolo in atto. L’altra mano è poggiata sul fianco. La tenda che accoglie la scena è decorata con fiori di melograno, evocativi della futura passione di Cristo.

http://www.madonnadelparto.it/

LA MADONNA DI DONATELLO – Citerna

Quella della Madonna di Citerna é sicuramente una delle più affascinanti e rocambolesche scoperte nel campo dell’arte degli ultimi anni, un rinvenimento che ha rivelato al pubblico un capolavoro di indubbio valore artistico-culturale. Era il 2004 quando fu presentato al pubblico il volume la Madonna di Citerna, terracotta inedita di Donatello, dedicato alla statua rinvenuta all’interno della Chiesa di San Francesco, frutto di uno studio scientifico di Laura Ciferri, nell’ambito di una ricerca nata con lo scopo di istituire un corpus di manufatti in terracotta pesanti in Umbria nei secoli XV e XVI, pubblicazione della quale fanno parte importanti saggi di Alfredo Bellanti, Corrado Fratini e Giancarlo Gentilini, che confermavano ed avvaloravano con ulteriori confronti e teorie sia l’attribuzione che la datazione.

Questo fu l’inizio di un percorso lungo, fatto di studi, di approfondimenti, di analisi e di lavoro sapiente operato dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze, ove la statua giunse ,grazie alla volontà dell’allora Soprintendente dell’OPD Cristina Acidini, presso il settore di restauro dei Materiali Plastici e Ceramici, diretto da Laura Speranza. L’altissima professionalità del settore di restauro, con la sapiente dedizione di Rosanna Moradei e Akiko Nishimura, e un lavoro certosino ed oculato, hanno restituito alla visione del pubblico un complesso scultoreo di affascinante bellezza.
http://donatelloaciterna.it/it/index.php

MUSEO DELLA BATTAGLIA DI ANGHIARI

Sono numerose le opere di rilievo che il palazzo ospita:
Il Bifacciale Pleistocenico: in esposizione è una selezione dei più significativi pezzi di una collezione di oltre 8000 strumenti e scheggiature, appartenenti all’ex “Centro Studi Archeologici e Naturalistici Altotiberino”. Essa è formata da: punte, raschiatoi, denticolati, nuclei levallois e bifacciali. Il bacino di ritrovamento di questi è tutto inscrivibile nel territorio dell’attuale comune di Anghiari.

La sala Romana: Comprende le testimonianze della civiltà romana nel territorio di Anghiari, che vanno dal ritrovamento di monete di età imperiale e post-imperiale, parti di oggetti ceramici di svariate fatture, manufatti in cristallo di rocca, fino a elementi marmorei, quali parti di cornici e un cippo. È una sala in continuo mutamento grazie alle testimonianze che si rinvengono in scavi ancora in corso d’opera.

Catorcio di Anghiari: simbolo delle lotte campanilistiche, tipiche della Toscana è stato al centro delle dispute tra Anghiari e la vicina Sansepolcro. Divenne anche tema letterario quando un poeta seicentesco, Federigo Nomi, ne fece un poema eroicomico, dal nome “Catorceide” o “Catorcio d’Anghiari” in cui si raccontano in ottava rima le vicende intercorse tra i due borghi toscani.

La Battaglia di Anghiari e Leonardo da Vinci: Presenta la tematica della battaglia, combattuta ad Anghiari da fiorentini e milanesi il 29 giugno 1440, da ottiche diverse: storico, storico militare, e artistico. Illustra le tecniche di guerra; la genialità leonardesca nel rappresentare la brutalità dell’uomo attraverso la sfortunata impresa dell’affresco ad olio nel salone dei Cinquecento a Firenze, l’importanza storica di questo evento per la storia della Toscana.

Il Codice Taglieschi: il cabreo seicentesco documenta le proprietà della famiglia Taglieschi. Illustrato con disegni colorati è un importantissimo documento per la conoscenza della storia locale e della storia economica della Toscana granducale.
Raccolta di Armi da fuoco: Conserva esemplari per la maggior parte fabbricati in Anghiari sul finire del XVIII secolo. Documenta l’abilità delle manifatture anghiaresi dei Vallini, Carboncelli, Guardiani, Matassi, botteghe che univano alla capacità tecnica di fabbricazione, anche grandi abilità artistiche di cesellatura, incisione e bulinatura.

http://www.battaglia.anghiari.it/

MUSEO MALACOLOGICO MALAKOS – Città di Castello

Dal Pacifico all’Oceano Indiano, dal Mar Rosso al Mediterraneo: è “Malakos” che, con circa 600mila esemplari catalogati, rappresenta la collezione privata di conchiglie più grande d’Europa.

La raccolta, nella sede di Villa Cappelletti a Città di Castello, è un vero e proprio viaggio esplorativo attraverso le conchiglie di tutti i mari.

Il museo è il frutto del lavoro decennale del biologo Gianluigi Bini, fiorentino di nascita ma tifernate d’adozione, che ha raccolto e studiato circa 15mila specie diverse, provenienti da ogni angolo del pianeta.

La sezione di biologia introduce al mondo dei molluschi con le loro incredibili curiosità, mentre la sala di paleontologia aiuta a capire come si è formata la terra, permettendo di incontrare anche alcuni invertebrati del lontano passato.

Nelle sale di biogeografia ogni vetrina ricostruisce la fauna e le abitudini di vita di ogni mare, ma non solo: è possibile scoprire ambienti inusuali come i pericolosi mangrovieti e le zone abissali, fare la conoscenza di simpatiche lumache di terra dalle dimensioni decisamente extralarge e di predatori marini dal veleno mortale.

Malakos ospita, inoltre, anche la ricostruzione di una barriera corallina, composta da materiali provenienti dai sequestri del corpo forestale dello stato, con specie mai viste.

https://www.malakos.it/

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLE TRADIZIONI POPOLARI – Città di Castello

Il Centro di Documentazione delle Tradizioni Popolari e delle Botteghe Artigiane dell’Umbria è ospitato nel complesso di Villa Capelletti a Garavelle, ad 1 km dal centro di Città di Castello. È uno dei primi esempi realizzati in Italia di raccolta di oggetti legati alla tradizione contadina. Il museo delle tradizioni popolari è allestito all’interno di una casa colonica dove sono state ricostruite le varie stanze della casa utilizzando mobili, suppellettili, attrezzature ed arnesi da lavoro legati alla vita quotidiana e alle attività agricole delle famiglie che vivevano nelle campagne umbre. A piano terra si trova la bottega del fabbro, nelle stalle ci sono tutti gli strumenti per la cura degli animali, nel locale adibito al frantoio ci sono le anfore per l’olio, gli orci, una macina di pietra e un grande torchio del Settecento. Al piano superiore si possono visitare la grande cucina con il focolare in pietra e i piccoli strumenti da lavoro di tutti i giorni, e la camera da letto, mentre nella grande soffitta sono stati raccolti tutti gli attrezzi per la lavorazione dei cereali oltre ai telai per la tessitura.
Un “museo” vivo e reale che ci guida alla scoperta della civiltà contadina e delle tradizioni popolari umbre.

http://cittadicastello.infoaltaumbria.it/Scopri_la_Citta/Musei/Museo_delle_Tradizioni_Popolari.aspx

TELA UMBRA – Città di Castello

Il Laboratorio Tela Umbra, fondato nel 1908 dalla baronessa Alice Hallgarten e dal marito Leopoldo Franchetti, è una esperienza storica e produttiva unica al mondo. È l’unico Laboratorio nel quale vengono prodotti artigianalmente manufatti utilizzando lino puro, lavorati su telai manuali di fine ‘800, utilizzando disegni originali di epoca medioevale e rinascimentale.

Alice Hallgarten Franchetti, giovane americana innamorata dell’Italia, passa interi pomeriggi camminando nelle campagne, in visita a povere case dove analfabetismo e malattie rendono ancora più difficile una vita già dura. Incontra donne che le narrano degli stenti cui sono costrette le loro famiglie mentre, sedute al telaio, tessono stoffe con arte e perizia tramandate per generazioni. È da quegli incontri che scaturisce la passione che maturerà radicalmente la vita di Alice e di quante la seguiranno nell’impresa. Prende vita, già chiara in lei, l’intuizione di consentire alle madri di esercitare quell’arte come in casa, accanto ai loro bambini; ma questa volta con strumenti efficienti, in un ambiente sano ed organizzato come impresa in grado di sostenersi negli anni. Le sarà allora preziosa, l’amicizia con Maria Montessori e la conoscenza del pensiero di quella giovane pedagoga. Nasce in quel momento, quel particolarissimo esempio di integrazione tra arte ed umanità che ancora oggi vive con il nome di Tela Umbra.

https://www.telaumbra.it/

TIPOGRAFIA GRIFATI DONATI – Città di Castello

L’Italia, per la sua vivacità economica e culturale, è il paese dove per primo si diffonde la tecnica della stampa a caratteri mobili (Subiaco 1465), inventata dal tedesco Gutenberg alla metà del Quattrocento.In Umbria a Foligno, già nel 1472, il chierico di Magonza Johan Numeister stampa la prima edizione della Divina Commedia in 20 esemplari. A Perugia , sede di Università, è attiva la stamperia di Francesco Cartolari. A Città di Castello, nel 1538, per incarico dei Priori, vengono stampati dai tipografi ambulanti Antonio Mazzocchi da Cremona e dai fratelli Gucci da Cortona il Libro degli Statuti (Liber Statorum). Per più di 2 secoli la produzione è scarsa e di carattere esclusivamente religioso: solo a partire dal XVIII secolo nascono in città nuove stamperie per iniziativa di G.Manescalchi (1716-1743), O. Bersiani (1765-1775), F.Toppi (1778-1789). Alla fine del 1799 giungono a Città di Castello, provenienti da Assisi, i tipografi Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci per impiantare un laboratorio nei locali soprastanti l’ antica chiesa di S.Paolo (XIII secolo) che in precedenza erano stati sede conventuale e poi carcere. La Tipografia si distinse subito per le notevoli capacità e per la produzione di libri e pubblicazioni di pregio che ne decretarono il successo tanto che numerose furono le commesse anche dalle città vicine Alla morte del Carlucci l’ attività venne proseguita dal Donati, al quale si deve già nel 1817 l’ introduzione dei caratteri bodoniani. Nel 1842 con il torchio in legno inizia a stampare la monumentale opera Le Memorie Eclesiastiche e Civili di Città di Castello edite in 28 fascicoli e scritte dal vescovo Giovanni Muzi. Dopo la scomparsa di Francesco Donati la tipografia passa al figlio Biagio e da questo al nipote Giuseppe Grifani. Cosicchè la bottega prende il nome di GRIFANI – DONATI avviandosi verso una attività pluricentenaria. Alla morte di Giuseppe passa al figlio Ernesto e da questo al genero Alberto Ottaviani marito di Elisabetta Grifani e quindi ai figli Mario e Italo. Giovanni Ottaviani, l’ attuale titolare insieme alla moglie Adriana, hanno continuato la tradizione di famiglia aggiungendo alla produzione tipografica e calcografica la Litografia, esclusivamente su pietra e la rilegatura ed il restauro dei libri. Oggi si realizzano, con le tecniche tradizionali e le dotazioni d’ epoca (Torchio tipografico Elia Dell’ Orto 1864, Platina Tiegeldruk 1903, Torchio a stella Bollito & Torchio 1880, Torchio calcografico Paolini 1960 Pianocilindrica Werk Augsburg 1910, ecc. Caratteri e fregi clichè, silografie, galvanotipie tutti originali), Litografie calcografie, manifesti, carte intestate, biglietti da visita partecipazioni nuziali, ex libris.

http://www.tipografiagrifanidonati.it/